Difficoltà nell'assetto emotivo
Durante il percorso di crescita, i bambini e gli adolescenti possono, in alcuni casi, trovarsi ad affrontare alcune difficoltà sul piano emotivo. Per esempio forte preoccupazione per qualcosa, paura di andare a scuola oppure un umore più volubile e irascibile oppure tendente al malumore e all'isolamento.
Di fronte a tali manifestazioni i genitori possono, da un lato, essere preoccupati e spaventati, dall'altro possono pensare che siano comunque dovuti all'età e, quindi, malesseri passeggeri.
Si consiglia ai genitori di osservare i propri bambini e adolescenti e poi di valutare la possibilità, per sostenere la crescita del proprio figlio, di svolgere una consulenza specialistica.
Infatti anche in età evolutiva i bambini e gli adolescenti possono soffrire di alcune problematiche più emotive e necessitare sia loro che le loro famiglie di un supporto specialistico.
Alcune difficoltà possono rientrare in:
Trattamento
Dopo una fase di accurato e specifico inquadramento del problema, lo specialista (psicologo, psicoterapeuta, neuropsichiatra infantile) può proporre alla famiglia un percorso, da un lato, rivolto al bambino/ragazzo, per dare ad esso uno spazio di ascolto e di elaborazione dei propri vissuti, in cui possa non solo fare emergere le emozioni e i pensieri ad esso collegate, ma anche per individuare modalità con cui affrontare le proprie difficoltà.
I quadri di disturbi ansiosi più diffusi in età evolutiva sono:
1) Ansia da separazione: il bambino mostra forti preoccupazione e ansia quando si allontana da/dalle figure di riferimento e, in alcuni casi, evita certi ambienti come la scuola;
2) Ansia sociale: il bambino/ragazzo prova livelli così elevati di vergogna, accompagnati da un senso intollerabile di umiliazione; ciò porta spesso a limitazioni delle proprie abilità sociali, in quanto il bambino/ragazzo teme il giudizio dell’altro;
3) Fobie specifiche: forte paura per alcune situazioni o aspetti (es. paura dei cani). Tali difficoltà risultano manifestazioni spesso transitorie legate alla crescita. Diventano più problematiche se perdurano nel tempo, portando a una limitazione nelle attività quotidiane del bambino/ragazzo.
ossessioni: PENSIERI INTRUSIVI,
Compulsioni: RITUALI DA ESEGUIRE o AZIONI MENTALI per attenuare l’angoscia o neutralizzare i pensieri o risolvere il dubbio.
Dopo un’attenta osservazione clinica, che analizza sia la frequenza che l’intensità di tali movimenti, è possibile comprendere se il bambino/ragazzo manifesta dei TIC, cioè movimenti o vocalizzazioni improvvisi, involontari, ricorrenti, aritmici e stereotipati.
I tic possono essere: motori o vocali e semplici, cioè quando si manifesta un tic che coinvolge una sola azione o più complessi.
Oltre a ciò i tic possono essere:
-transitori, cioè comparire a tratti, soprattutto in situazioni di ansia
-cronici, cioè si stabilizzano in tutta una gamma di situazioni soggettivamente vissute come preoccupanti o che generano ansia.
Una forma complessa di manifestazione di TIC risulta la sindrome di Tourette che comprende la combinazione di tic cronici (con durata superiore ad un anno) di tipo motorio e sonoro
In tal modo il bambino/ragazzo, manifesta attraverso il corpo, un suo malessere o la difficoltà nell'affrontare un certo cambiamento o aspetti che lo preoccupano.
La risposta è sì, da alcuni decenni, varie ricerche in campo scientifico riportano che episodi depressivi e di deflessione (abbassamento) del tono dell’umore possano interessare i bambini, anche se è importante ricordare che la manifestazione dei sintomi di un disturbo dell’umore in età evolutiva ha caratteristiche ben specifiche e in parte diverse da ciò che si trova nei quadri di depressione in età adulta.
Il quadro sintomatologico può essere legato ad un episodio scatenante (Episodio Depressivo) o evidenziarsi in modo più sfumato ma duraturo (Disturbo depressivo).
a)L'episodio depressivo del bambino: fa in genere seguito a un evento che ha per il bambino significato di perdita o di lutto. Il comportamento del bambino appare comunque chiaramente modificato rispetto allo stato precedente. In particolare, può manifestarsi attraverso:
- o rallentamento e/o inibizione al livello motorio, riduzione dell'espressività e del sorriso, indifferenza e sottomissione;
- o con una certa agitazione, specie di fronte alle richieste.
Più comunemente i due stati si alternano e l'instabilità si trasforma in rabbia e irritabilità.
Le verbalizzazioni si accentrano sull'autosvalutazione e spesso, in relazione agli ambiti più vari, ricorre il tema della colpa. Le difficoltà di pensiero e di concentrazione si ripercuotono sul rendimento scolastico, con difficoltà ad apprendere e a memorizzare. Con molta frequenza si assiste a un coinvolgimento dell'espressività somatica,; inoltre si possono presentare lamentele per dolori somatici che non presentano alcun riscontro clinico, ma che portano il bambino a ritiro sociale e a difficoltà nello svolgere le attività quotidiane. A tali manifestazioni si possono aggiungere sintomi di tipo ansioso.
Solo la valutazione complessiva del quadro sintomatologico, la continuità che questo presenta nel tempo e il cambiamento comportamentale in seguito all'episodio scatenante permettono di orientare la diagnosi.
b) Disturbo depressivo nel bambino/adolescente
Questa può far seguito, o meno, a un episodio depressivo. In questo caso, la sintomatologia è più sfumata ma più duratura, destinata a orientarsi verso forme caratteriali, la cui manifestazione più comune è l'insuccesso scolastico, associato nella maggior parte dei casi a manifesto disinteresse e disinvestimento. In altri casi emergono condotte fobiche, sia in relazione alla scuola che, più in generale, alle relazioni sociali, che restringono il mondo relazionale del bambino.
Accanto a queste manifestazioni, i sintomi possono anche organizzarsi come difesa, dando quindi origine a manifestazioni molto diverse, come:
- o comportamenti di “agitazione”, sia sul piano motorio che del pensiero, come a negare qualsiasi sentimento depressivo,
- o comportamenti di protesta o di rivendicazione di fronte allo stato di sofferenza, che si esprimono attraverso oppositività, irritabilità, collera o accessi d'ira fino a manifestazioni etero o auto-aggressive e disturbi del comportamento.
Proprio questa doppia polarità nell'espressione dei sintomi può portare a delle difficoltà al livello diagnostico.
Come si manifestano?
Gli aspetti generali dell’espressione depressiva possono variare nel corso dello sviluppo, per cui è utile riportare quali potrebbero essere le varie sue manifestazioni durante le diverse fasce di età.
Fascia 0-3 anni
Nei primi anni dopo la nascita, l'insorgere della sintomatologia è in genere consecutivo a una deprivazione precoce e molto consistente, a carenze, a gravi distorsioni e/o discontinuità negli accudimenti primari: tutte esperienze che vengono a incidere significativamente sui processi globali di maturazione e di sviluppo.
Data la precocità e la caratteristica dei fattori scatenanti, il quadro sintomatico si manifesta, in questa fascia di età, attraverso un'espressività generalizzata di mal funzionamento a livello psicosomatico, che porta a un ritardo globale. Il bambino può mostrare un’attività ludica povera e difficoltà nell’area affettiva.
Fascia 3-6 anni
Nella fascia di età fra 3 e 6 anni, le manifestazioni sintomatiche sono particolarmente variabili, caratterizzate sia da alcune manifestazioni tipiche anche della fase precedente (aspetto triste, riduzione dell'attività motoria, apatia, disperazione, irritabilità), sia da marcate alterazioni del comportamento, come l'assenza del gioco con i coetanei, la mancanza di autonomia nei compiti quotidiani, il ritiro e l'isolamento sociale. Più spesso si assiste a un alternarsi di comportamenti: a momenti di eccessiva calma seguono fasi di irrequietezza e instabilità, comportamenti auto-, ma più spesso etero-aggressivi, autostimolazioni prolungate.
Lo stato emozionale appare confuso: a un'eccessiva sensibilità alle separazioni e a un'intensa ricerca di affetto si alternano stati di falsa autonomia affettiva, che si esprimono con atteggiamenti di "superiorità" e con il rifiuto delle relazioni e scoppi di collera e di violenza al minimo rifiuto.
Fascia 6-13 anni
Nella fascia dai 6 ai 13 anni, il bambino dispone di strumenti più articolati ed elaborati per esprimere la sua sofferenza. Negli aspetti più generali, comunque, anche in questa fascia di età la sintomatologia depressiva tende a raggrupparsi intorno a due poli:
- da un lato sintomi legati all'autodisprezzo, all'autosvalutazione e alla sofferenza morale direttamente espressa,
- dall'altro comportamenti legati alla protesta e all'opposizione (collera, impulsività, aggressività, ecc.), ad altre manifestazioni di disturbi della condotta (furti, menzogne, fughe, ecc.) e all'insuccesso scolastico (difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, instabilità attentiva, facile stancabilità, ecc.).
Fascia adolescenza
Le manifestazioni risultano avvicinarsi maggiormente a quelle degli adulti.
Si possono osservare atteggiamenti di non interesse e voglia nel fare qualsiasi cosa (anedonia), passività sia motoria che emotiva, sentimenti di inferiorità, fino ad arrivare ad aspetti più estremi come idee o tentativi suicidari o utilizzo e abuso di sostanze.
Interventi
L'intervento dovrà essere diverso a seconda che ci si trovi di fronte a un episodio depressivo o a un perdurare in uno stato depressivo più duraturo.
- Nel caso di un episodio a carattere reattivo, anche il solo mostrare di riconoscere e di accogliere lo stato di sofferenza che il bambino manifesta può avere di per sé un grande valore terapeutico. Inoltre, in presenza di buone competenze genitoriali, sarà possibile attuare un intervento di sostegno delle risorse affettive presenti nell'ambiente. Tale tipo d'intervento è spesso la modalità più naturale per promuovere, anche rapidamente, la risoluzione sintomatica e la ripresa del processo di sviluppo del bambino, attivando risorse dell’ambiente di vita familiare.
- Nei casi in cui si è di fronte a una disturbo più duraturo, l'approccio deve essere diverso.
Il primo passo deve comunque basarsi su una valutazione psicodiagnostica attenta, in grado di rilevare l'entità della sofferenza depressiva e la natura dei processi difensivi attivati, oltre che valutare quanto questo stato emotivo minacci il processo evolutivo in corso e metta a rischio il processo di adattamento. Un'analoga valutazione deve essere attuata nei confronti della qualità dei vissuti e delle relazioni familiari, Dalla valutazione si valuterà quale tipologia di intervento sia più opportuno necessità di un intervento psicoterapeutico individuale sul bambino. A questo tipo di trattamento, è opportuno accompagnare un intervento psicologico di chiarificazione e di sostegno rivolto alla coppia genitoriale e un sostegno scolastico volto al recupero degli aspetti cognitivi.
Quindi di fronte a un quadro di disturbo depressivo, è necessario che l'intervento sia multiprofessionale e abbracci tutti gli ambiti più significativi della vita del bambino/ragazzo.
Durante il percorso di crescita, i bambini e gli adolescenti possono, in alcuni casi, trovarsi ad affrontare alcune difficoltà sul piano emotivo. Per esempio forte preoccupazione per qualcosa, paura di andare a scuola oppure un umore più volubile e irascibile oppure tendente al malumore e all'isolamento.
Di fronte a tali manifestazioni i genitori possono, da un lato, essere preoccupati e spaventati, dall'altro possono pensare che siano comunque dovuti all'età e, quindi, malesseri passeggeri.
Si consiglia ai genitori di osservare i propri bambini e adolescenti e poi di valutare la possibilità, per sostenere la crescita del proprio figlio, di svolgere una consulenza specialistica.
Infatti anche in età evolutiva i bambini e gli adolescenti possono soffrire di alcune problematiche più emotive e necessitare sia loro che le loro famiglie di un supporto specialistico.
Alcune difficoltà possono rientrare in:
- Disturbi d’ansia
- Mutismo selettivo
- Disturbi ossessivi-compulsivi
- Disturbi da TIC
- Disturbi psicosomatici
- Disturbi dell’umore
Trattamento
Dopo una fase di accurato e specifico inquadramento del problema, lo specialista (psicologo, psicoterapeuta, neuropsichiatra infantile) può proporre alla famiglia un percorso, da un lato, rivolto al bambino/ragazzo, per dare ad esso uno spazio di ascolto e di elaborazione dei propri vissuti, in cui possa non solo fare emergere le emozioni e i pensieri ad esso collegate, ma anche per individuare modalità con cui affrontare le proprie difficoltà.
- Disturbi d’ansia in età evolutiva
I quadri di disturbi ansiosi più diffusi in età evolutiva sono:
1) Ansia da separazione: il bambino mostra forti preoccupazione e ansia quando si allontana da/dalle figure di riferimento e, in alcuni casi, evita certi ambienti come la scuola;
2) Ansia sociale: il bambino/ragazzo prova livelli così elevati di vergogna, accompagnati da un senso intollerabile di umiliazione; ciò porta spesso a limitazioni delle proprie abilità sociali, in quanto il bambino/ragazzo teme il giudizio dell’altro;
3) Fobie specifiche: forte paura per alcune situazioni o aspetti (es. paura dei cani). Tali difficoltà risultano manifestazioni spesso transitorie legate alla crescita. Diventano più problematiche se perdurano nel tempo, portando a una limitazione nelle attività quotidiane del bambino/ragazzo.
- Mutismo selettivo
- Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC):
ossessioni: PENSIERI INTRUSIVI,
Compulsioni: RITUALI DA ESEGUIRE o AZIONI MENTALI per attenuare l’angoscia o neutralizzare i pensieri o risolvere il dubbio.
- Disturbo da TIC
Dopo un’attenta osservazione clinica, che analizza sia la frequenza che l’intensità di tali movimenti, è possibile comprendere se il bambino/ragazzo manifesta dei TIC, cioè movimenti o vocalizzazioni improvvisi, involontari, ricorrenti, aritmici e stereotipati.
I tic possono essere: motori o vocali e semplici, cioè quando si manifesta un tic che coinvolge una sola azione o più complessi.
Oltre a ciò i tic possono essere:
-transitori, cioè comparire a tratti, soprattutto in situazioni di ansia
-cronici, cioè si stabilizzano in tutta una gamma di situazioni soggettivamente vissute come preoccupanti o che generano ansia.
Una forma complessa di manifestazione di TIC risulta la sindrome di Tourette che comprende la combinazione di tic cronici (con durata superiore ad un anno) di tipo motorio e sonoro
- Disturbo o manifestazioni psicosomatiche
In tal modo il bambino/ragazzo, manifesta attraverso il corpo, un suo malessere o la difficoltà nell'affrontare un certo cambiamento o aspetti che lo preoccupano.
- Disturbo dell’umore in età evolutiva
La risposta è sì, da alcuni decenni, varie ricerche in campo scientifico riportano che episodi depressivi e di deflessione (abbassamento) del tono dell’umore possano interessare i bambini, anche se è importante ricordare che la manifestazione dei sintomi di un disturbo dell’umore in età evolutiva ha caratteristiche ben specifiche e in parte diverse da ciò che si trova nei quadri di depressione in età adulta.
Il quadro sintomatologico può essere legato ad un episodio scatenante (Episodio Depressivo) o evidenziarsi in modo più sfumato ma duraturo (Disturbo depressivo).
a)L'episodio depressivo del bambino: fa in genere seguito a un evento che ha per il bambino significato di perdita o di lutto. Il comportamento del bambino appare comunque chiaramente modificato rispetto allo stato precedente. In particolare, può manifestarsi attraverso:
- o rallentamento e/o inibizione al livello motorio, riduzione dell'espressività e del sorriso, indifferenza e sottomissione;
- o con una certa agitazione, specie di fronte alle richieste.
Più comunemente i due stati si alternano e l'instabilità si trasforma in rabbia e irritabilità.
Le verbalizzazioni si accentrano sull'autosvalutazione e spesso, in relazione agli ambiti più vari, ricorre il tema della colpa. Le difficoltà di pensiero e di concentrazione si ripercuotono sul rendimento scolastico, con difficoltà ad apprendere e a memorizzare. Con molta frequenza si assiste a un coinvolgimento dell'espressività somatica,; inoltre si possono presentare lamentele per dolori somatici che non presentano alcun riscontro clinico, ma che portano il bambino a ritiro sociale e a difficoltà nello svolgere le attività quotidiane. A tali manifestazioni si possono aggiungere sintomi di tipo ansioso.
Solo la valutazione complessiva del quadro sintomatologico, la continuità che questo presenta nel tempo e il cambiamento comportamentale in seguito all'episodio scatenante permettono di orientare la diagnosi.
b) Disturbo depressivo nel bambino/adolescente
Questa può far seguito, o meno, a un episodio depressivo. In questo caso, la sintomatologia è più sfumata ma più duratura, destinata a orientarsi verso forme caratteriali, la cui manifestazione più comune è l'insuccesso scolastico, associato nella maggior parte dei casi a manifesto disinteresse e disinvestimento. In altri casi emergono condotte fobiche, sia in relazione alla scuola che, più in generale, alle relazioni sociali, che restringono il mondo relazionale del bambino.
Accanto a queste manifestazioni, i sintomi possono anche organizzarsi come difesa, dando quindi origine a manifestazioni molto diverse, come:
- o comportamenti di “agitazione”, sia sul piano motorio che del pensiero, come a negare qualsiasi sentimento depressivo,
- o comportamenti di protesta o di rivendicazione di fronte allo stato di sofferenza, che si esprimono attraverso oppositività, irritabilità, collera o accessi d'ira fino a manifestazioni etero o auto-aggressive e disturbi del comportamento.
Proprio questa doppia polarità nell'espressione dei sintomi può portare a delle difficoltà al livello diagnostico.
Come si manifestano?
Gli aspetti generali dell’espressione depressiva possono variare nel corso dello sviluppo, per cui è utile riportare quali potrebbero essere le varie sue manifestazioni durante le diverse fasce di età.
Fascia 0-3 anni
Nei primi anni dopo la nascita, l'insorgere della sintomatologia è in genere consecutivo a una deprivazione precoce e molto consistente, a carenze, a gravi distorsioni e/o discontinuità negli accudimenti primari: tutte esperienze che vengono a incidere significativamente sui processi globali di maturazione e di sviluppo.
Data la precocità e la caratteristica dei fattori scatenanti, il quadro sintomatico si manifesta, in questa fascia di età, attraverso un'espressività generalizzata di mal funzionamento a livello psicosomatico, che porta a un ritardo globale. Il bambino può mostrare un’attività ludica povera e difficoltà nell’area affettiva.
Fascia 3-6 anni
Nella fascia di età fra 3 e 6 anni, le manifestazioni sintomatiche sono particolarmente variabili, caratterizzate sia da alcune manifestazioni tipiche anche della fase precedente (aspetto triste, riduzione dell'attività motoria, apatia, disperazione, irritabilità), sia da marcate alterazioni del comportamento, come l'assenza del gioco con i coetanei, la mancanza di autonomia nei compiti quotidiani, il ritiro e l'isolamento sociale. Più spesso si assiste a un alternarsi di comportamenti: a momenti di eccessiva calma seguono fasi di irrequietezza e instabilità, comportamenti auto-, ma più spesso etero-aggressivi, autostimolazioni prolungate.
Lo stato emozionale appare confuso: a un'eccessiva sensibilità alle separazioni e a un'intensa ricerca di affetto si alternano stati di falsa autonomia affettiva, che si esprimono con atteggiamenti di "superiorità" e con il rifiuto delle relazioni e scoppi di collera e di violenza al minimo rifiuto.
Fascia 6-13 anni
Nella fascia dai 6 ai 13 anni, il bambino dispone di strumenti più articolati ed elaborati per esprimere la sua sofferenza. Negli aspetti più generali, comunque, anche in questa fascia di età la sintomatologia depressiva tende a raggrupparsi intorno a due poli:
- da un lato sintomi legati all'autodisprezzo, all'autosvalutazione e alla sofferenza morale direttamente espressa,
- dall'altro comportamenti legati alla protesta e all'opposizione (collera, impulsività, aggressività, ecc.), ad altre manifestazioni di disturbi della condotta (furti, menzogne, fughe, ecc.) e all'insuccesso scolastico (difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, instabilità attentiva, facile stancabilità, ecc.).
Fascia adolescenza
Le manifestazioni risultano avvicinarsi maggiormente a quelle degli adulti.
Si possono osservare atteggiamenti di non interesse e voglia nel fare qualsiasi cosa (anedonia), passività sia motoria che emotiva, sentimenti di inferiorità, fino ad arrivare ad aspetti più estremi come idee o tentativi suicidari o utilizzo e abuso di sostanze.
Interventi
L'intervento dovrà essere diverso a seconda che ci si trovi di fronte a un episodio depressivo o a un perdurare in uno stato depressivo più duraturo.
- Nel caso di un episodio a carattere reattivo, anche il solo mostrare di riconoscere e di accogliere lo stato di sofferenza che il bambino manifesta può avere di per sé un grande valore terapeutico. Inoltre, in presenza di buone competenze genitoriali, sarà possibile attuare un intervento di sostegno delle risorse affettive presenti nell'ambiente. Tale tipo d'intervento è spesso la modalità più naturale per promuovere, anche rapidamente, la risoluzione sintomatica e la ripresa del processo di sviluppo del bambino, attivando risorse dell’ambiente di vita familiare.
- Nei casi in cui si è di fronte a una disturbo più duraturo, l'approccio deve essere diverso.
Il primo passo deve comunque basarsi su una valutazione psicodiagnostica attenta, in grado di rilevare l'entità della sofferenza depressiva e la natura dei processi difensivi attivati, oltre che valutare quanto questo stato emotivo minacci il processo evolutivo in corso e metta a rischio il processo di adattamento. Un'analoga valutazione deve essere attuata nei confronti della qualità dei vissuti e delle relazioni familiari, Dalla valutazione si valuterà quale tipologia di intervento sia più opportuno necessità di un intervento psicoterapeutico individuale sul bambino. A questo tipo di trattamento, è opportuno accompagnare un intervento psicologico di chiarificazione e di sostegno rivolto alla coppia genitoriale e un sostegno scolastico volto al recupero degli aspetti cognitivi.
Quindi di fronte a un quadro di disturbo depressivo, è necessario che l'intervento sia multiprofessionale e abbracci tutti gli ambiti più significativi della vita del bambino/ragazzo.