Difficoltà e disturbi nei primi anni di vita
Sono un gruppo eterogeneo di disturbi, la maggior parte dei quali si manifesta nella fascia di età 0-3 o 0-5, quindi in età prescolare.
Tra questi disturbi si trovano:
Con il termine Disturbi della relazione e dell’attaccamento e Disturbi della regolazione, si fa riferimento a difficoltà, in alcuni casi significative, nella relazione genitore (caregiver)-bambino.
Nel caso dei disturbi della relazione e dell’attaccamento sono presenti problematicità nelle percezioni, atteggiamenti, comportamenti e affetti di uno o di entrambi i partner della coppia (genitore-bambino).
Nel caso invece dei disturbi di regolazione, si osservano criticità nelle capacità regolative del bambino, il quale manifesta alcune difficoltà nella regolazione del comportamento, dei processi fisiologici, sensoriali, attentivi o affettivi e nell'organizzazione di uno stato di calma, di vigilanza o di uno stato affettivo positivo. Dato che le capacità regolative si sviluppano attraverso un processo in cui si intrecciano, da un lato, le capacità organizzative innate del bambino e le interazioni ripetute della diade bambino-caregiver (genitore), queste difficoltà sono in parte connesse con problematicità nella relazione bambino-caregiver.
Il bambino, quindi, manifesta un sintomo, cioè un alterazione delle competenze di autoregolazione (es. disturbo psicosomatico di una funzione, come disturbi nel sonno o nell’alimentazione o disturbo della regolazione dei ritmi biologici di base).
Per individuare tali difficoltà occorre che lo specialista (psicologo o neuropsichiatra), osservi l’interazione tra genitore e bambino e rilevi il modo in cui il genitore descrive la propria esperienza soggettiva con il bambino. Risulta inoltre importante porre attenzione all'intensità, frequenza e durata del disturbo della relazione e considerare vari aspetti:
Altri disturbi precoci possono manifestarsi in due delle funzioni vitali dei bambini:
-alimentazione
-sonno
Difficoltà nell'area dell’alimentazione
Nelle fasce della prima e seconda infanzia è possibile individuare alcune problematicità nell'alimentazione. In questo caso è necessario ricorrere ad inquadramenti che mettano in relazione l’alterazione della condotta alimentare ai complessi aspetti riguardanti, da una parte la relazione bambino-caregiver (genitore), dall'altra le specifiche caratteristiche dell’individuo.
Si stima che il 25% dei bambini con un normale sviluppo psicofisico possono presentare un problema alimentare, mentre il 35% si riscontra con bambini con difficoltà di sviluppo (prematurità, immaturità, disabilità specifiche).
Per quanto concerne la prima infanzia, la valutazione clinica dei disturbi del comportamento alimentare non può prescindere dalla considerazione che l'alimentazione costituisce un momento essenziale della relazione fra il bambino e chi si prende cura di lui e che quindi, data questa valenza fortemente relazionale, eventuali risposte disadattive dell'adulto ai comportamenti disturbati del bambino possono complicare significativamente le sue iniziali difficoltà alimentari.
Sulla base della valutazione specialistica si valuterà se è presente un disturbo dell'alimentazione, quindi il bambino presenta difficoltà a stabilire pattern regolari di alimentazione con adeguata assunzione di cibo e, di conseguenza, presenta una crescita irregolare non dovuta a cause organiche. Per poter procedere a tale diagnosi, devono comunque essere assenti altri tipi di disturbi propri di questa fascia d'età.
Oltre a ciò sono presenti alcune manifestazioni come:
- Il disturbo della pica: caratterizzato nell'ingestione ripetuta e prolungata (per un periodo superiore a 1 mese) di sostanze non nutritive, in bambini di almeno 2 anni. Si osserva in genere una specificità delle sostanze assunte in funzione dell'età e della possibilità di reperimento nell'ambiente: i bambini più piccoli tendono a ingerire colori, gesso, spago, capelli, stoffa; i più grandi, escrementi di animali, sabbia, insetti, foglie, sassi. Da ricordare che mentre durate i primi 18 mesi, l'assaggiare e ingerire sostanze non commestibili può essere considerato un normale comportamento esplorativo, il persistere di questa modalità dopo i 18 mesi è da considerarsi un campanello di allarme. II disturbo della pica insorge abitualmente intorno ai 24 mesi ed è più frequente nei bambini con deficit nello sviluppo intellettivo o con gravi deprivazioni ambientali.
Dal punto di vista clinico, un'attenzione particolare deve essere rivolta alle complicanze che possono associarsi al disturbo.
-Il disturbo di ruminazione: il bambino tende a rigurgitare o rimasticare il cibo per un periodo di almeno un mese.
Difficoltà nel sonno
I Disturbi del sonno sono correlati ad un'ampia varietà di fattori che contribuiscono alla regolazione e organizzazione temporale del sonno; questi fattori includono aspetti maturativi bio-psico-sociali, il temperamento del bambino e la relazione bambino-caregiver.
I vari disturbi del sonno in età evolutiva richiedono una valutazione accurata che indaga lo sviluppo psicologico e relazionale, ma anche fisico, ed in particolare deve basarsi anche su studi polisonnografici.
I vari disturbi del sonno possono essere distinti in varie categorie:
1. Dissonnie, alterazioni della quantità, della qualità o del ritmo del sonno
a. Disturbi d'inizio e mantenimento del sonno (DIMS) o insonnie
L’insonnia nel bambino si manifesta con il bambino che resiste al sonno, che presenta perciò una mancanza di sonno.
Le cause nel bambino sono prevalentemente legate a modalità interattive abituali acquisite dal bambino e dai genitori.
I diversi quadri nel bambino variano con l'età:
- nei primi 3 anni di vita dominano le difficoltà d’addormentamento e i risvegli notturni,
- in seguito sono frequenti insonnie di mantenimento o insonnie iniziali con paure all'addormentamento,
- in adolescenza, l'insonnia ha caratteristiche come nell'adulto.
Le cause dei DIMS nell’infanzia si possono individuare in fattori comportamentali e sociali (modalità d'addormentamento, eccessiva alimentazione notturna, inadeguata igiene del sonno) e fattori individuali (come allergie alle proteine del latte, assunzione di farmaci stimolanti etc.). In particolare molto frequenti in questa categoria sono i risvegli notturni.
b. Disordini da eccessiva sonnolenza o Ipersonnie
È di frequente un problema poco riconosciuto. Il bambino è iperattivo, irritabile, disattento, ha difficoltà nel controllo dell'aggressività e disturbi di apprendimento.
c. Disturbi del ritmo circadiano
Riguardano la mancata coordinazione tra il ciclo sonno veglia dell’individuo e le esigenze sociali e del ciclo luce-buio; la quantità e qualità del sonno è adeguata. Abbiamo così fasi anticipate o posticipate o pattern irregolari del ritmo (sonno frammentato ma in totale adeguato).
2. Parasonnie, sono eventi intensi associati al sonno. Essi comprendono i disturbi dell'arousal, della transizione sonno-veglia e dei disturbi associati al sonno REM.
Tra i disturbi dell'arousal si ritrovano:
3. Disturbi del sonno associati a patologie internistiche-psichiatriche, ovvero disturbi concomitanti ad alcuni disturbi neurologici, respiratori, cardiaci e gastroenterici.
Questi disturbi hanno espressioni diverse nelle diverse età:
- i disturbi d'inizio e mantenimento del sonno sono prevalenti nella fascia 0-3 anni,
- nella fascia 3-6 anni prevalgono le paure all'addormentamento, gli incubi e i disturbi dell'arousal,
- da 6-13 anni le parasonnie e le difficoltà ad addormentarsi,
- in adolescenza fisiologicamente aumenta la sonnolenza.
Per quanto riguarda l’intervento, dato che la categoria di tali disturbi risulta ampia, a seconda delle cause che li sostengono, si possono impiegare approcci terapeutici diversi. Per esempio gli interventi possono essere:
- Ambientali- relazionali: interventi comportamentale o psicoterapia breve caregiver-bambino
- Farmacologico (Bambino sotto 6 anni): in questo caso è necessaria una precedente analisi medica e prescrizioni mediche.
Sono un gruppo eterogeneo di disturbi, la maggior parte dei quali si manifesta nella fascia di età 0-3 o 0-5, quindi in età prescolare.
Tra questi disturbi si trovano:
- I disturbi della relazione e dell’attaccamento e i disturbi della regolazione,
- I disturbi alimentari precoci,
- I disturbi del sonno.
Con il termine Disturbi della relazione e dell’attaccamento e Disturbi della regolazione, si fa riferimento a difficoltà, in alcuni casi significative, nella relazione genitore (caregiver)-bambino.
Nel caso dei disturbi della relazione e dell’attaccamento sono presenti problematicità nelle percezioni, atteggiamenti, comportamenti e affetti di uno o di entrambi i partner della coppia (genitore-bambino).
Nel caso invece dei disturbi di regolazione, si osservano criticità nelle capacità regolative del bambino, il quale manifesta alcune difficoltà nella regolazione del comportamento, dei processi fisiologici, sensoriali, attentivi o affettivi e nell'organizzazione di uno stato di calma, di vigilanza o di uno stato affettivo positivo. Dato che le capacità regolative si sviluppano attraverso un processo in cui si intrecciano, da un lato, le capacità organizzative innate del bambino e le interazioni ripetute della diade bambino-caregiver (genitore), queste difficoltà sono in parte connesse con problematicità nella relazione bambino-caregiver.
Il bambino, quindi, manifesta un sintomo, cioè un alterazione delle competenze di autoregolazione (es. disturbo psicosomatico di una funzione, come disturbi nel sonno o nell’alimentazione o disturbo della regolazione dei ritmi biologici di base).
Per individuare tali difficoltà occorre che lo specialista (psicologo o neuropsichiatra), osservi l’interazione tra genitore e bambino e rilevi il modo in cui il genitore descrive la propria esperienza soggettiva con il bambino. Risulta inoltre importante porre attenzione all'intensità, frequenza e durata del disturbo della relazione e considerare vari aspetti:
- Il comportamento di ogni componente della diade (genitori-bambino) nell'interazione
- Il tono affettivo (il tono emozionale caratteristico),
- Il coinvolgimento psicologico (che fa riferimento agli atteggiamenti e alle percezioni del bambino, cioè il significato che il comportamento del bambino ha per i genitori).
Altri disturbi precoci possono manifestarsi in due delle funzioni vitali dei bambini:
-alimentazione
-sonno
Difficoltà nell'area dell’alimentazione
Nelle fasce della prima e seconda infanzia è possibile individuare alcune problematicità nell'alimentazione. In questo caso è necessario ricorrere ad inquadramenti che mettano in relazione l’alterazione della condotta alimentare ai complessi aspetti riguardanti, da una parte la relazione bambino-caregiver (genitore), dall'altra le specifiche caratteristiche dell’individuo.
Si stima che il 25% dei bambini con un normale sviluppo psicofisico possono presentare un problema alimentare, mentre il 35% si riscontra con bambini con difficoltà di sviluppo (prematurità, immaturità, disabilità specifiche).
Per quanto concerne la prima infanzia, la valutazione clinica dei disturbi del comportamento alimentare non può prescindere dalla considerazione che l'alimentazione costituisce un momento essenziale della relazione fra il bambino e chi si prende cura di lui e che quindi, data questa valenza fortemente relazionale, eventuali risposte disadattive dell'adulto ai comportamenti disturbati del bambino possono complicare significativamente le sue iniziali difficoltà alimentari.
Sulla base della valutazione specialistica si valuterà se è presente un disturbo dell'alimentazione, quindi il bambino presenta difficoltà a stabilire pattern regolari di alimentazione con adeguata assunzione di cibo e, di conseguenza, presenta una crescita irregolare non dovuta a cause organiche. Per poter procedere a tale diagnosi, devono comunque essere assenti altri tipi di disturbi propri di questa fascia d'età.
Oltre a ciò sono presenti alcune manifestazioni come:
- Il disturbo della pica: caratterizzato nell'ingestione ripetuta e prolungata (per un periodo superiore a 1 mese) di sostanze non nutritive, in bambini di almeno 2 anni. Si osserva in genere una specificità delle sostanze assunte in funzione dell'età e della possibilità di reperimento nell'ambiente: i bambini più piccoli tendono a ingerire colori, gesso, spago, capelli, stoffa; i più grandi, escrementi di animali, sabbia, insetti, foglie, sassi. Da ricordare che mentre durate i primi 18 mesi, l'assaggiare e ingerire sostanze non commestibili può essere considerato un normale comportamento esplorativo, il persistere di questa modalità dopo i 18 mesi è da considerarsi un campanello di allarme. II disturbo della pica insorge abitualmente intorno ai 24 mesi ed è più frequente nei bambini con deficit nello sviluppo intellettivo o con gravi deprivazioni ambientali.
Dal punto di vista clinico, un'attenzione particolare deve essere rivolta alle complicanze che possono associarsi al disturbo.
-Il disturbo di ruminazione: il bambino tende a rigurgitare o rimasticare il cibo per un periodo di almeno un mese.
Difficoltà nel sonno
I Disturbi del sonno sono correlati ad un'ampia varietà di fattori che contribuiscono alla regolazione e organizzazione temporale del sonno; questi fattori includono aspetti maturativi bio-psico-sociali, il temperamento del bambino e la relazione bambino-caregiver.
I vari disturbi del sonno in età evolutiva richiedono una valutazione accurata che indaga lo sviluppo psicologico e relazionale, ma anche fisico, ed in particolare deve basarsi anche su studi polisonnografici.
I vari disturbi del sonno possono essere distinti in varie categorie:
1. Dissonnie, alterazioni della quantità, della qualità o del ritmo del sonno
a. Disturbi d'inizio e mantenimento del sonno (DIMS) o insonnie
L’insonnia nel bambino si manifesta con il bambino che resiste al sonno, che presenta perciò una mancanza di sonno.
Le cause nel bambino sono prevalentemente legate a modalità interattive abituali acquisite dal bambino e dai genitori.
I diversi quadri nel bambino variano con l'età:
- nei primi 3 anni di vita dominano le difficoltà d’addormentamento e i risvegli notturni,
- in seguito sono frequenti insonnie di mantenimento o insonnie iniziali con paure all'addormentamento,
- in adolescenza, l'insonnia ha caratteristiche come nell'adulto.
Le cause dei DIMS nell’infanzia si possono individuare in fattori comportamentali e sociali (modalità d'addormentamento, eccessiva alimentazione notturna, inadeguata igiene del sonno) e fattori individuali (come allergie alle proteine del latte, assunzione di farmaci stimolanti etc.). In particolare molto frequenti in questa categoria sono i risvegli notturni.
b. Disordini da eccessiva sonnolenza o Ipersonnie
È di frequente un problema poco riconosciuto. Il bambino è iperattivo, irritabile, disattento, ha difficoltà nel controllo dell'aggressività e disturbi di apprendimento.
c. Disturbi del ritmo circadiano
Riguardano la mancata coordinazione tra il ciclo sonno veglia dell’individuo e le esigenze sociali e del ciclo luce-buio; la quantità e qualità del sonno è adeguata. Abbiamo così fasi anticipate o posticipate o pattern irregolari del ritmo (sonno frammentato ma in totale adeguato).
2. Parasonnie, sono eventi intensi associati al sonno. Essi comprendono i disturbi dell'arousal, della transizione sonno-veglia e dei disturbi associati al sonno REM.
Tra i disturbi dell'arousal si ritrovano:
- il pavor nocturnus (terrore notturno), che può già iniziare dai 2 anni (massima incidenza 5-7 anni). E’ più frequente nei maschi e spesso ha carattere di familiarità. Il terrore notturno si presenta come un risveglio improvviso, nelle prime ore del sonno, di durata 1-15 minuti, con il bambino terrorizzato, agitato, che parla incoerentemente o grida, sono presenti imponenti segni neurovegetativi legati all'angoscia (es. tachicardia, tachipnea, sudorazione etc.) In realtà il bambino non è sveglio e si oppone ai tentativi di tranquillizzazione;
- il risveglio confusionale (può durare anche diverse ore dopo un risveglio forzato dal sonno profondo). Si manifesta nelle prime ore di sonno lento e profondo;
- il sonnambulismo si presenta dai 6 ai 12 anni con automatismi comportamentali sia semplici che complessi. Si manifesta nelle prime ore di sonno lento e profondo.
3. Disturbi del sonno associati a patologie internistiche-psichiatriche, ovvero disturbi concomitanti ad alcuni disturbi neurologici, respiratori, cardiaci e gastroenterici.
Questi disturbi hanno espressioni diverse nelle diverse età:
- i disturbi d'inizio e mantenimento del sonno sono prevalenti nella fascia 0-3 anni,
- nella fascia 3-6 anni prevalgono le paure all'addormentamento, gli incubi e i disturbi dell'arousal,
- da 6-13 anni le parasonnie e le difficoltà ad addormentarsi,
- in adolescenza fisiologicamente aumenta la sonnolenza.
Per quanto riguarda l’intervento, dato che la categoria di tali disturbi risulta ampia, a seconda delle cause che li sostengono, si possono impiegare approcci terapeutici diversi. Per esempio gli interventi possono essere:
- Ambientali- relazionali: interventi comportamentale o psicoterapia breve caregiver-bambino
- Farmacologico (Bambino sotto 6 anni): in questo caso è necessaria una precedente analisi medica e prescrizioni mediche.