Il Funzionamento Cognitivo e le difficoltà cognitive
Nei primi due anni di vita dei bambini, si rileva un’ampia variabilità nel loro ritmo di sviluppo.
Verso i 24-30 mesi, si può, però, osservare che alcuni bambini mostrano un ritardo psicomotorio, cioè un ritardo nell'acquisire alcune tappe dello sviluppo, come il linguaggio o le abilità motorie, altri ancora difficoltà al livello di pensiero e ragionamento mostrando un’immaturità in tali processi.
Un’osservazione specialistica, in tal caso, può aiutare i genitori a capire come stimolare il bambino, oltre a valutare l’opportunità di svolgere un percorso di trattamento per potenziare alcune abilità.
Alcuni bambini mostrano un buon recupero nelle abilità in cui erano presenti le difficoltà, altri invece, pur migliorando, possono, comunque, manifestare un’immaturità cognitiva che perdura nel tempo.
Con difficoltà cognitiva si intende la presenza di problematicità in:
•ragionamento, •problem solving, •pianificazione,
•pensiero astratto, •capacità di giudicare, •apprendimento scolastico,
•apprendimento dall’esperienza.
A ciò si associano alcune difficoltà, più o meno marcate, nella sfera del funzionamento adattivo le quali possono riguardare il raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali necessari per l’indipendenza personale e la responsabilità sociale relativamente a:
• comunicazione, • partecipazione sociale, • vita indipendente
– a casa, – nella scuola, – nel lavoro – e nella comunità sociale.
Con il termine funzionamento cognitivo borderline, si fa riferimento a bambini/ragazzi con abilità cognitive nei limiti della norma che possono mostrare una minor capacità di rispondere agli stimoli ambientali, cioè di assumere comportamenti adeguati al contesto.
Con il termine disabilità intellettiva si definisce un disturbo che emerge in età evolutiva e che include deficit, cioè difficoltà significative, sia del funzionamento intellettivo che adattivo nelle aree di vita quotidiana, cioè nelle capacità concettuali, sociali e pratiche.
Spesso ad alcune malattie o sindromi genetiche si associano quadri di disabilità cognitiva di entità diversa (da lievi, medio o gravi). La gravità dipende non solo dalla compromissione del ragionamento e del comportamento, ma anche delle abilità di adattamento mostrate dal bambino/ragazzo. Più la difficoltà risulta maggiore, maggiori saranno i supporti che il bambino/ragazzo necessita avere per raggiungere una qualità di vita migliore possibile.
L’intervento, in base all'età e alla compromissione, risulta comunque multiprofessionale. Infatti risulta importante sia un percorso di trattamento con il bambino/ragazzo per potenziare alcune abilità e promuovere una maggiore autonomia, cercando di capire quale supporto sia necessario per una sua buona interazione e integrazione nei vari ambienti di vita quotidiana. E’ inoltre necessario un colloquio costante con la famiglia per affrontare le varie fasi di sviluppo e poter condividere sia punti di forza che di debolezza, ma anche con gli insegnanti e le altre figure educative, così da avere una linea comune nella promozione del benessere del bambino/adolescente.
Nei primi due anni di vita dei bambini, si rileva un’ampia variabilità nel loro ritmo di sviluppo.
Verso i 24-30 mesi, si può, però, osservare che alcuni bambini mostrano un ritardo psicomotorio, cioè un ritardo nell'acquisire alcune tappe dello sviluppo, come il linguaggio o le abilità motorie, altri ancora difficoltà al livello di pensiero e ragionamento mostrando un’immaturità in tali processi.
Un’osservazione specialistica, in tal caso, può aiutare i genitori a capire come stimolare il bambino, oltre a valutare l’opportunità di svolgere un percorso di trattamento per potenziare alcune abilità.
Alcuni bambini mostrano un buon recupero nelle abilità in cui erano presenti le difficoltà, altri invece, pur migliorando, possono, comunque, manifestare un’immaturità cognitiva che perdura nel tempo.
Con difficoltà cognitiva si intende la presenza di problematicità in:
•ragionamento, •problem solving, •pianificazione,
•pensiero astratto, •capacità di giudicare, •apprendimento scolastico,
•apprendimento dall’esperienza.
A ciò si associano alcune difficoltà, più o meno marcate, nella sfera del funzionamento adattivo le quali possono riguardare il raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali necessari per l’indipendenza personale e la responsabilità sociale relativamente a:
• comunicazione, • partecipazione sociale, • vita indipendente
– a casa, – nella scuola, – nel lavoro – e nella comunità sociale.
Con il termine funzionamento cognitivo borderline, si fa riferimento a bambini/ragazzi con abilità cognitive nei limiti della norma che possono mostrare una minor capacità di rispondere agli stimoli ambientali, cioè di assumere comportamenti adeguati al contesto.
Con il termine disabilità intellettiva si definisce un disturbo che emerge in età evolutiva e che include deficit, cioè difficoltà significative, sia del funzionamento intellettivo che adattivo nelle aree di vita quotidiana, cioè nelle capacità concettuali, sociali e pratiche.
Spesso ad alcune malattie o sindromi genetiche si associano quadri di disabilità cognitiva di entità diversa (da lievi, medio o gravi). La gravità dipende non solo dalla compromissione del ragionamento e del comportamento, ma anche delle abilità di adattamento mostrate dal bambino/ragazzo. Più la difficoltà risulta maggiore, maggiori saranno i supporti che il bambino/ragazzo necessita avere per raggiungere una qualità di vita migliore possibile.
L’intervento, in base all'età e alla compromissione, risulta comunque multiprofessionale. Infatti risulta importante sia un percorso di trattamento con il bambino/ragazzo per potenziare alcune abilità e promuovere una maggiore autonomia, cercando di capire quale supporto sia necessario per una sua buona interazione e integrazione nei vari ambienti di vita quotidiana. E’ inoltre necessario un colloquio costante con la famiglia per affrontare le varie fasi di sviluppo e poter condividere sia punti di forza che di debolezza, ma anche con gli insegnanti e le altre figure educative, così da avere una linea comune nella promozione del benessere del bambino/adolescente.